Il Propionibacterium acnes (P. acnes) gioca un ruolo chiave nell'insorgenza dell'acne. Questo batterio prolifera nell'ambiente anaerobico e ricco di lipidi creato dall'aumento di sebo nelle ghiandole sebacee ostruite. P. acnes stimola processi infiammatori tramite citochine (es. IL-1, IL-8) e attiva recettori di tipo Toll (TLR-2 e TLR-4) sui cheratinociti, contribuendo così all'infiammazione cronica caratteristica dell'acne. Inoltre, P. acnes idrolizza trigliceridi in acidi grassi liberi, favorendo ulteriormente l'infiammazione e la comedogenesi (formazione dei comedoni).
Per contenerlo, le strategie migliori prevedono una combinazione di trattamenti topici mirati a ridurre la carica batterica e l'infiammazione, evitando la monoterapia antibiotica per limitare la resistenza batterica. In particolare:
Benzoilperossido (BPO): antimicrobico che non induce resistenza, usato spesso in associazione con antibiotici topici o retinoidi.
Antibiotici topici come clindamicina e eritromicina, da usare preferibilmente in combinazione con BPO per ridurre il rischio di resistenza.
Retinoidi topici (adapalene, tretinoina): normalizzano la cheratinizzazione e creano un ambiente sfavorevole a P. acnes, oltre a ridurre l'infiammazione.
Altre molecole come acido azelaico, acido salicilico e nicotinamide hanno azione antimicrobica e antinfiammatoria utili nel trattamento.
Inoltre, P. acnes può formare biofilm, strutture protettive che aumentano la resistenza agli antibiotici, perciò trattamenti con sostanze in grado di agire su questi biofilm (es. mirtacina, fitosfingosina) possono essere utili.
L’uso di combinazioni di farmaci (es. retinoide + BPO, antibiotico + BPO) favorisce la compliance e la riduzione di resistenza batterica. Nei casi di acne infiammatoria di media gravità queste strategie sono fondamentali per un controllo efficace.